- I -

- 20. 45 -

Ritrovo in Campo San Donato, presso il pozzo, dove un'arpista, rigorosamente in costume settecentesco, intrattiene con le note del suo strumento i partecipanti che cominciano ad arrivare alla spicciolata. Gli attori stanno ultimando i preparativi: gli ultimi ritocchi ai costumi, un ultimo ripasso delle parti.


- 21.00 -

L'organizzatrice della serata, Cristina Pustetto, e il parroco di San Donato, Don Carlo, presentano la "passeggiata":

- Spunto della serata è il romanzo Venezia Impossibile di Marco Toso Borella, dove viene fatta rivivere in tempi moderni una Venezia che non esiste più: Palazzi, Chiese, Conventi distrutti raccontati e vissuti da persone moderne, con l'intento di creare suggestione, impressione, ricordo e consapevolezza nei partecipanti, inserendo la passeggiata in un contesto nuovo: quello di Circolare in Isola.

Il metodo sarà quello di coinvolgere la compagnia teatrale muranese, usando sistemi sperimentali. Si ricorda che i testi sono opera di Marco Toso Borella. Qualunque cosa detta dagli attori che parteciperanno alla serata, anche se condita con espressioni colorite, è suffragata da documenti e testimonianze storiche.
- Ringraziamenti: Vettore Zaniol per i documenti, le foto e le planimetrie. Gli attori della Compagnia teatrale muranese, Michele Marchetti, Vittorio e Giuseppe Rossi, Anna Poggi e tutti gli amici del coro Joy Singers che hanno collaborato.

 


- II -

- 21 10 -

Arriva al punto di ritovo il Codega, interpretato da Paolo Zaniol: sarà lui ad accompagnare i partecipanti e a raccontare loro con fare colorito i segreti di Murano attraverso calli e viuzze. E lo farà "a la vecia"...


La comitiva si avvia attraverso Calle delle Conterie mentre il Codega pomposamente recita la filastrocca che accompagnava l'incisione dello Zompini sui Mestieri che vanno pr via: " DE NOTTE, ORA AI TEATRI ORA AL REDUTTO SON QUEL CHE COL FERAL SERVE DE LUME E PUR CHE I PAGA MI SO ANDAR PER TUTTO"... Prima che me domandè: (con voce lagnosa e canzonatoria) “parchè ti te ciami Codega?” Mi no c’entro niente co la pele del porco, ciaro? El mio nome, Codega, el deriva da Odigos che in grego vol dir Guida. Ti ti me dizi: e no ti podevi farte ciamar Guida? No! A mi me piaze cussì: Codega;  anca parchè so na bela pelassa e vogio far vedar a le pute de essar anca istruio! A lore ghe piaze i eruditi, li ga el fascino dela sapiensa! A posto? Dai, animo che se movemo!”


Dopo aver constatato che le strade non sono più quelle di una volta...

Codega:Mi no capisso! Qua gera pien de campi e de rieli e da ‘ste parti ghe gera ‘na ciesa col monastero: San Marco e Andrea. In drento ghe gera na munegheta che la cantava co la voze de un anzolo del Santissimo paradiso: Perazzeta la se ciamava e i la veniva a ‘scoltar nobili e prencipi da ogni dove. La ciesa la stava da quela parte. (indica verso sinistra, verso le ciminiere delle Conterie) Mi desso vedo solo quei do dèi da gigante, grandi e grigi. Forse me gò perso. Adesso traversemo el ponteselo… Orpo! No ghe xe più neanca el Canal! Sarà in secca. Va ben! Mi ve gò da guidar e ve guidarò! Vorà dir che caminaremo sule acque come nostro signor Iesus. Andemo de qua!”
Il Codega accompagna la comitiva verso Calle Luna, dove si incontra il personaggio a cui è dedicata la stradina: Francesco Luna, interpretato da Roberto Rossi, tutto di nero vestito. Francesco Luna legge a tutti alcuni passi del suo seicentesco diario quotidiano, in cui si narra della nascita di un vero e proprio mostro con due teste e dell'efferato omicidio di un vetraio, avvenimenti accaduti entrambi a Murano nella prima metà del XVII secolo. Ascoltiamo la sua introduzione:
Francesco Luna: "A dir el vero, la sarìa ciamada solo calle Luna e la saria intitolada a mi: Francesco de la famegia dei Luna. ‘Na volta gerimo ciamai Molineri o del Mulino, ma la fornaza che tenevimo all’insegna della Luna ne ga fatto cambiar el nome. Ma minga solo a nualtri! I Catani, par esempio, bergamaschi, i gà mutà el nome in Serena parchè i teniva ‘na vetreria da goti soto l’insegna de la Sirena, quei esseri metà done e metà pesse. Anca i dall’Aquila li gà ciapà el nome dall’insegna. Mi e mio fradelo Giacomo Luna, invenze, gavemo ‘na fornaza all’insegna del Sol. Eh, nel Siezento gerimo molto cognossui, tanto che ne ga fato visita certi re e prenzipi da tuto el mondo. I me gà intitolà ‘stà cale, picola in verità, anca parchè go tenùo scrito un diario de vita quotidiana che ve raconta come che gera la Muran del ‘600...


- III -

-21.35 -

Si arriva in Campo San Bernardo, dove Marco Toso Borella racconta di un convento ed una chiesa dedicati al Santo di Chiaravalle e un tempo presenti in quel luogo che da loro prese il nome. Per terra, esattamente nel luogo dove sorgeva il tempio sacro, è tracciata la sua planimetria che dà ai presenti la suggestione di calpestare un passato che non c'è più. Sucessivamente si mostrano le riproduzioni di alcuni quadri un tempo appesi alle pareti della chiesa ed ora situati altrove, e si narra la vita e i miracoli di San Bernardo, titolare della chiesa.


- IV -

Si fa quindi "rivivere" ai presenti un miracolo accaduto cinquecento anni prima: quello della "Madonna Parlante alla povera vedova". Ad interpretare Laura Bertanza, Emanuela Siega. La "voce celeste" è di Giuliana Spanò. Un momento emozionante ed intenso.

-22.15-

Ma il Codega preme, spazientito e la comitiva si sposta verso Calle Brussa, dove è appeso il ritratto di un importante esponente della famiglia Brussa: quell'Osvaldo valente decoratore, di cui il sito tratta in Personaggi e Toponomastica.


- V -

-22.30-

Si arriva quindi in Campo San Donato dove alcuni personaggi in costume, interpretati da giovani attori della Compagnia Teatrale Muranese, scambiano qualche battuta con il Codega. Anche in questo campo è tracciata la planimetria dell'antico Palazzo del Podestà, fatto rivivere in pianta e mostrato attraverso antiche incisioni.

-22.45-

Il colpo ad effetto a conclusione della serata: il Codega con la sua "macchina magica" fa rivedere "in loco" gli antichi affreschi un tempo presenti a decorare la facciata di Palazzo Trevisan. Una magia veramente suggestiva: molti dei bambini presenti alla serata, a distanza di tempo, ancora ricordano l'immagine di quel palazzo bianco acceso di ornamenti.'obbiettivo di Murano Scomparsa è, forse, raggiunto: quelle pietre, quei palazzi, quei luoghi denominati con titoli senza corpo cominciano ad averne uno: quello della memoria...

P.S. La "macchina magica" del Codega era un videoproiettore ma non diciamogli che lo abbiamo scoperto: l'uomo è parecchio scorbutico...

Resoconto della serata del 17 giugno 2005, avvenuta a Murano.
Testo, logo ed illustrazioni di Marco Toso Borella
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Murano Scomparsa I - Pagina tratta dal Sito Isola Invisibile - La Murano della memoria
A cura di Marco Toso Borella, muranese